IMPORTANTE
I contenuti di questa pagina non devono essere considerati come esaustivi e non vanno intesi come strumenti di autodiagnosi , automedicazione e autoistruzione. Per maggiori dettagli o in caso di situazioni di disagio consultare sempre uno specialista
L’attacco di panico è una situazione in cui vi è un’ansia molto forte che, man mano, nel giro di pochi minuti, raggiunge un picco massimo di tensione che diventa quasi completamente ingestibile per la persona e si accompagna a una serie di sintomi fisici e psichici che possono durare un certo lasso di tempo.
Batticuore, sudorazione eccessiva, sensazione di soffocamento, tremore, vertigini, nausea; questi sono solo alcuni sintomi che possono caratterizzare l’attacco di panico. In tal senso la sintomatologia degli attacchi di panico è vasta e, come già detto, questi sono solo alcuni dei sintomi che possono accompagnare un attacco di panico ma non necessariamente devono essere tutti presenti per poter parlare di attacco di panico.
L’attacco di panico o meglio il disturbo di attacchi di panico si manifesta in modo improvviso e inaspettato. Ovviamente i successivi attacchi di panico non saranno più inaspettati ma tenderanno quasi sempre ad essere improvvisi.
Tuttavia l’attacco di panico non si manifesta sempre come disturbo a se stante ma potrebbe essere anche un sintomo di un’alta patologia o associarsi alla stessa .
Inoltre l’attacco di panico non è sempre una condizione patologica, infatti essa potrebbe anche rappresentare una normale reazione rispetto a un evento esterno pericoloso e/o particolarmente stressante. In questi casi non si parla di disturbo di attacco di panico ma solo di attacco di panico.
L’attacco di panico, indipendentemente da come si strutturi, rientra nei cosiddetti disagi d’ansia che non per forza sono una condizione patologica ma possono essere una condizione normale intesa come stato di allerta del nostro organismo volta a farci difendere da pericoli esterni o interni.
Quasi tutti, infatti, almeno una volta nella vita, hanno provato quelle “punte” di ansia o stati di particolare apprensione a fronte di determinate situazioni o nel contesto di specifiche fasi della vita. Inoltre l’attacco di panico potrebbe anche accompagnarsi all’agorafobia. Per ulteriori dettagli relativi a questi due punti si veda si veda disagi d’ansia.
Alla base degli attacchi di panico vi sono comunque sempre molteplici concause predisponenti. Un cambio nella propria routine, l’inizio (o la fine) di un percorso accademico, il confronto con il mondo lavorativo o una svolta nello stesso, problemi di coppia, eventi, insomma, anche all’apparenza mediocri, possono ingenerare malesseri cui stentatamente riusciamo a porre rapido rimedio o a governare adeguatamente. E questo perché l’attacco di panico si caratterizza proprio per essere esperienza spiacevole e terrificante di una totale perdita di controllo delle proprie emozioni, oltretutto innescate da un qualcosa che, al momento stesso, ci appare ignoto. Trattandosi, infatti, di una patologia ansiogena o, comunque, strettamente legata all’ansia, si può parlare di “anticipazione apprensiva di un pericolo o di un evento negativo futuro, accompagnata da sentimenti di disforia o da sintomi fisici di tensione. Gli elementi esposti al rischio possono appartenere sia al mondo interno che a quello esterno” (APA, 1994; cit. in: Franceschina et al., 2004, p. 213).
Inoltre, non potendo (o, meglio, riuscendo) a riconoscerne la causa scatenante perché non legata ad un evento esterno facilmente identificabile, il rischio maggiore è quello di incorrere in un’ “ansia del panico” o “paura della paura”: l’apprensione suscitata dal ricordo di un malessere provato, diverrebbe, così, il motivo del malessere stesso.
Per paura della paura si intendono diverse cose.
- La paura di poter provare di nuovo le stesse sensazioni di malessere, qui si parla di ansia anticipatoria
- La paura di poter rivivere le sensazioni di paura che precedono lo stato di malessere, una sorta di metapaura
Come già detto precedentemente quindi la paura alimenterebbe la possibilità del verificarsi del”attacco di panico successivo stesso.
Dunque:
cosa fare quando si ha un attacco di panico o si soffre di attacchi di panico ricorrenti?
Il primo consiglio è comunque sempre quello di consultare uno specialista sia che l’attacco di panico sia stato occasionale sia soprattutto quando esso si verifica con una certa frequenza.
Altre cose , ma questi sono solo consigli generali:
Innanzitutto, accettarlo. Riconoscendo di avere un attacco di panico, si evitano pensieri catastrofici e ci si impone un dominio sui sensi.
Reprimere o ignorare le proprie emozioni non è mai una buona soluzione.
Respirare profondamente. Trattenere per un po’ il respiro allevia la sensazione di asfissia. La respirazione profonda contribuisce a ridurre lo stress e ad aumentare l’afflusso di ossigeno al cervello, favorendo la concentrazione.
Provare a rilassarsi, il che vuol dire sia allentare la tensione degli arti, che spesso tendono, in questi casi, ad un irrigidimento, sia provare a pensare a qualcosa di rassicurante che distenda la mente e ci faccia sentire al sicuro.
…E, una volta superata la crisi, come prevenire
la “paura della paura”?
Anche in questo caso si consiglia di consultare uno specialista.
Un buon metodo è quello di mettere per iscritto le proprie sensazioni. La scrittura è, prima di tutto, un dialogo con se stessi. Essere sinceri, accettarsi, riflettere sulle proprie emozioni senza giudicarle ma capendole è un primo passo verso il raggiungimento di un equilibrio interiore.
Prenditi cura di te. Attività fisica, vita equilibrata, distrarsi tenendosi occupati in qualche cosa di piacevole o rilassante, ascoltare buona musica aiutano a distendere la mente e ad allontanare i pensieri negativi. Aggiungici, poi, una sana alimentazione: la locuzione latina “mens sana in corpore sano” è eternamente valida. Chi sta bene, pensa bene.
E poi: cosa è amare senza prendersi cura?
Parlane con qualcuno di fidato. Confidare le proprie emozioni implica una presa di coscienza di eventi che, in tal modo, posso essere analizzati con maggior rigore e lucidità. Avere il giusto supporto aiuta a sentirsi meno soli e, dunque, più forti e meno esposti alle incombenze indecifrabili della vita.