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I contenuti di questa pagina non devono essere considerati come esaustivi e non vanno intesi come strumenti di autodiagnosi , automedicazione e autoistruzione. Per maggiori dettagli o in caso di situazioni di disagio consultare sempre uno specialista

Continuare a rimandare continuamente le cose da fare

Il Procrastinare ovvero il rimandare a fare le cose è un’abitudine molto diffusa, ad esempio molto spesso capita addirittura che a settembre mese in cui si riprende un pò tutto ci si comporti come se si fosse a Giugno o Luglio  quando, e in questo caso però può essere normale, si tende a rimandare le cose a settembre.

Questo è un fenomeno molto studiato in psicologia in quanto rappresenta psicologicamente parlando un aspetto importante della nostra vita.

Ma cosa significa tecnicamente Procrastinare o Rimandare?

In Psicologia si definisce Procrastinare quel comportamento che spinge a ritardare volontariamente un’azione nonostante prevedibili conseguenze future negative, optando quindi per il piacere di breve durata a costo dei benefici a lungo termine.
In parole più semplici la procrastinazione si riferisce all’atto di sostituire attività prioritarie e importanti con attività piacevoli o compiti meno rilevanti o urgenti.

Il procrastinatore  può essere un pigro, ma in questo caso il suo rimandare tende a non essere continuativo nel tempo  e quindi solo saltuario oppure una persona che mette in atto in forma continuativa nel tempo questo tipo di comportamento. Il vero procrastinatore forse fa più riferimento a questa ultima forma comportamentale.
Una persona che tende a Procrastinare può mettere in atto una forma di EVITAMENTO che gli permette di non entrare in contatto con le proprie insicurezze, paure e limiti. Così facendo non affronta una serie di preoccupazioni e non è costretto ad avere a che fare con le emozioni che ne derivano. Questi possonono essere definiti procrastinatori cronici, i quali danno priorità al piacere piuttosto che alla priorità, sacrificando così il proprio futuro, costantemente e in quasi tutti gli ambiti della loro vita.

Perché a volte è un problema Procastinare?

Attenzione la  procrastinazione l’abbiamo quasi sicuramente adottata tutti comunemente, ma se diventa un vero e proprio modus operandi per non affrontare i compiti quotidiani può allora essere sintomo di un disagio psicologico con conseguenze negative sul vivere della persona e soprattutto di chi gli sta vicino.

Quali possono essere altre cause del procastinare e quali tipi di procrastinatori si possono avere?

Procrastinazione come gestione di stress e ansia

Esistono almeno due tipi differenti di procrastinazione, uno definito rilassato e l’altro preoccupato.
Il procrastinatore RILASSATO è colui che evita le attività ritenute noiose e routinarie. Intraprende molte attività con entusiasmo, ma venuto meno il fascino della novità tende a stancarsi e a mollare. Il procrastinatore PREOCCUPATO (in parte già visto prima) è invece colui che tende ad avere scarsa fiducia nelle proprie capacità, ha difficoltà a gestire lo stress ed è spesso tormentato da una serie di paure e idee irrazionali che non gli consentono di agire. Per cui la procrastinazione è un fenomeno psicologico che chiama in gioco un complesso di specifiche emozioni, come ad esempio l’ansia, e credenze legate alla bassa tolleranza della frustrazione, alle proprie capacità e al valore personale.

A queste categorie, rispetto ai fattori causali, si aggiunge il pigro.

Inoltre

A volte può capitare in chi procrastina ossia rimanda assiduamente,  si può notare oltre ANSIA anche un fenomeno definito  ‘miopia temporale’ ovvero l’incapacità di pensarsi adeguatamente nel futuro.
Ovviamente e come già in parte citato precedentemente,quando l’abitudine a Procrastinare si consolida, generalmente finisce poi per influire su aree sempre più vaste della propria vita. Ci si ritrova quindi a rimandare costantemente l’inizio, la prosecuzione o il completamento di numerose attività.
Questo atteggiamento può far insorgere problemi sul lavoro e/o nella vita sociale, influenzando anche la fiducia che nutriamo nei confronti delle nostre stesse capacità e che gli altri possono nutrire verso di noi e impedendo quindi di affrontare le sfide, e di raggiungere quindi i propri obiettivi e di realizzare le proprie aspirazioni e desideri.

Rimandare: Relazioni con la Paura di decidere/paura di scegliere 

Paura e procrastinazione come visto precedentemente possono avere anche rapporti di   interdipendenza. Che si tratti di cercare un   nuovo lavoro, conoscere persone nuove, o avviare delle attività importanti, quando si è spaventati si troveranno sempre decine di   scuse plausibili per rimandare ciò che si  vorrebbe o si dovrebbe fare.

La procrastinazione dettata dalla PAURA porta le persone ad immobilizzarsi, bloccarsi e ad essere incapaci di reagire.

Quindi tra le maggiori cause della procrastinazione troviamo alcune caratteristiche cognitive ed emotive, alcune di queste già citate:

  • Pigrizia
  • Disinteresse;
  • Paura delle conseguenze;
  • Paura della responsabilità;
  • Perfezionismo: la persona non si sente in grado di affrontare un compito o un problema se non riesce a farlo in maniera perfetta. Non si sente mai abbastanza pronta o sufficientemente sicura delle proprie capacità, conoscenze o competenze;
  • Paura dell’insuccesso: molti rimandano all’infinito le cose che vorrebbero fare per paura di fallire. Questa paura può a volte essere talmente forte da bloccare qualsiasi tipo di iniziativa basando tale comportamento sulla convinzione che si otterrà sicuramente un fallimento e per questo non tenta neanche;
  • Paura del successo: chi ha paura del successo può essere una persona che sente di non meritarselo e quindi vive una sorta di senso di colpa oppure può avere il timore che gli altri poi si aspettino sempre delle prestazioni di successo da lei e quindi vive queste aspettative con forte ansia e stress;
  • Ribellione;
  • Rabbia: spesso si tratta di una risposta alle pressioni e aspettative altrui vissute come intollerabili.

Ora, invece, approfondiremo le varie altre cause che stanno alla base di tale tendenza comportamentale, secondo numerose ricerche scientifiche ancora più recenti.

1. Può dipendere dalla nostra percezione del tempo
Secondo uno studio recentemente pubblicato sul Journal of Consumer Research, abbiamo maggiori probabilità di iniziare un’attività quando questo ci sembra parte integrante del presente; se invece un compito ci appare come parte del futuro facilmente lo rimanderemo. Più la scadenza è lontana nel tempo, più probabile è la procrastinazione.

2. Può anche essere questione di geni
Dal punto di vista genetico, è stato riscontrato che c’è chi è più portato a rimandare. Sulla base delle somiglianze comportamentali nei gemelli, i ricercatori hanno concluso infatti che la procrastinazione può avere anche una componente genetica, che sembra avere una certa sovrapposizione genetica con l’impulsività. Sia la procrastinazione che l’impulsività pare siano anche legate alla incapacità di gestire gli obiettivi, gli scopi e le priorità. Ciò suggerisce che rimandare, prendere decisioni incomplete e non definitive, e non essere in grado di raggiungere gli obiettivi sono tutti comportamenti che presentano una base genetica comune. Questo non significa certo che la procrastinazione sia al di fuori del proprio controllo e non modificabile, infatti la componente genetica è una predisposizione, non certo un alibi per non fare più niente e abbandonarsi senza sensi di colpa al mantra “lo faccio domani”!

3. Un problema a livello di autocontrollo
Le persone impulsive sarebbero più predisposte a distrarsi se poste davanti a qualcosa che rappresenti per loro una tentazione. La voglia di Procrastinare prende il sopravvento soprattutto nel caso di una persona impulsiva e, quindi, con scarso autocontrollo. Perciò, più ci si controlla, meno si è esposti alle tentazioni di procrastinazione. Messi davanti a un’alternativa piacevole o divertente, coloro che agiscono impulsivamente sono più propensi a lasciare da parte quello che stanno facendo per dedicarsi al passatempo del momento. Anche se non è sempre detto che chi adotta la procrastinazione sia necessariamente una persona impulsiva, le ricerche hanno individuato una correlazione tra i due tratti.

 Come si può gestire la tendenza a Procrastinare le cose?

ecco alcuni piccoli consigli:

1. BASTA PENSARE, AGISCI!
Programmare per filo e per segno le tue attività può essere un’ottima idea, ma se continui a pianificarle senza mai iniziare, stai solo perdendo tempo ed energie. Se non riesci a smettere di pensare e pianifichi ogni dettaglio, in attesa che tutte le condizioni siano esattamente perfette, non ti sentirai mai pronto ad agire e rimarrai bloccato nella procrastinazione.

2. NON FARE DI UN SASSOLINO UNA MONTAGNA!
Pensare e ripensare preventivamente ad un’incombenza da svolgere, invece che affrontarla, non fa altro che ingigantirla e rendercela più difficile. Più pensi e non agisci, più l’impegno cresce fino a diventare insormontabile ai nostri occhi. Meglio fare una pianificazione snella ed essenziale, poi agire di conseguenza.

3. FARE LE COSE GRADUALMENTE
Quando ci prefiggiamo un obiettivo da raggiungere, pensare alla mole di lavoro totale e a quanto c’è ancora da fare prima di raggiungere la meta, ci getta spesso nello sconforto e aumenta le difficoltà. Per evitare questa trappola è utile concentrarsi sul momento presente, sul qui e ora, sul primo gradino da fare. Una volta fatto il primo passo e che sarai riuscito a rompere gli indugi iniziali, tutto sarà in discesa invece che in salita. Un passo dopo l’altro, potrai arrivare in vetta senza sentire tutto il peso e la fatica del percorso.

4. AFFRONTARE TIMORI E PAURE                                             A chi non piacerebbe vivere in un mondo fantastico in cui i nostri desideri si realizzino senza sforzo o difficoltà? La realtà è più complessa: si deve l’iniziativa per fare in modo che quei sogni si realizzino. Inoltre, non affrontare un impegno per te importante per paura di fallire, di essere giudicati o abbandonati, può significare perdere un’occasione e vivere con il rimpianto aver perso l’attimo.

5. PREMIARSI SEMPRE
Ogni qual volta facciamo qualcosa che non avevamo voglia di fare, è bene incentivarci e fornirci un rinforzo positivo. Va bene qualsiasi tipo di premio: la cosa importante è avere in mente che ci sarà un premio per lo sforzo. La saggezza popolare ce lo insegna: “Prima il dovere, poi il piacere”!

6. È fondamentale porci obiettivi che siano: specifici, misurabili, accurati, realistici, tempificati.
Un aiuto in questo senso, è la Griglia della decisione di Dwight Eisenhower (wikipedia)per decidere con rapidità quali sono i compiti prioritari.

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